Il 24 Gennaio del 1947 nasce a Chicago WARREN ZEVON, un eroe vero del rock. Le sue composizioni sono musicalmente variegate: il folk degli inizi se la gioca con Jackson Browne ma se ne distacca per originalità, il rock del periodo di mezzo è rabbioso e titanico anche grazie all’apporto dei R.E.M., il suono degli ultimi anni è il condensato perfetto di una vita passata a rincorrere la musica senza confini. La musica di Warren racconta con occhi surreali la vita degli ultimi della fila. Parla di fantasmi senza testa (“Roland the Headless Thompson Gunner”), lupi mannari, pugili che non vogliono cadere nemmeno con le cannonate, di triadi pericolose (“Lawyers, Guns and Money”), martiri e musicisti (e musicisti martiri), disperati e desperados (“Desperados under the Eaves”), fuorilegge (“Frank and Jesse James”) e ragazze alla ricerca di qualcuno che regoli le loro esistenze. Warren Zevon, il burattinaio di un’umanità mai baciata dalla fortuna. Nel 2002 gli viene diagnosticato un male incurabile. Dopo aver suonato, durante la sua carriera, assieme a molti musicisti di valore (fra cui Bruce Springsteen, David Landau, Jeff Porcaro e Don Henley), ammalato e consapevole di essere prossimo a morire, chiama a raccolta tutti i suoi amici per incidere il suo ultimo album, “The Wind (2003)”.

Canta così, nella canzone registrata nella sua camera da letto, che chiude (quasi come fosse un testamento sentimentale e spirituale al tempo stesso) il suo ultimo lavoro:

“Sometimes when you’re doing simple things around the house

Maybe you’ll think of me, and smile

You know I’m tied to you like the buttons on your blouse

Keep me in your heart for a while “