Let’s Dance vendette sette milioni di dischi, riempì le tasche del suo autore e rilanciò la carriera dei due principali artefici, oltre a far scoprire Stevie Ray Vaughan. Purtroppo i rapporti tra David Bowie e Nile Rodgers peggiorarono: il cantante abiurò presto Let’s Dance, perché lo aveva fatto diventare un musicista “mainstream” e lo aveva obbligato a ripetere il successo anche senza Nile cosa che, ovviamente, non avvenne. A Rolling Stone, nel 91 Bowie dichiarò: “Let’s Dance mi ha fatto entrare in un circolo vizioso, mi sentivo arrivato ad un traguardo, ma poi divenne il metro con il quale tutto sarebbe stato misurato. Fino ad allora avevo avuto un controllo tirannico sulle mie produzioni, poi iniziai a delegare e commisi degli errori”. Rodgers si sentì chiamato in causa “Ok, parla così del disco”, dichiarò il produttore “ma è sulla copertina di Time perché ha venduto una montagna di dischi e non per Scary Monsters”. Col tempo le cose si sistemeranno, i due collaboreranno di nuovo per “Black Tie White Noise”, dieci anni più tardi, ma la “traversata del deserto” dell’artista durerà più di qualche disco. Come per Ziggy Stardust, scrollarsi di dosso il ballerino con le “scarpe rosse” di Let’s Dance comporterà molta fatica e tempo, ma alla fine il “Bowie sperimentatore” tornerà più forte di prima.