Mio padre era un bravissimo flautista dilettante, primo flauto della banda del mio paese, che aveva dovuto suo malgrado smettere per impegni di lavoro. Scoperto, ascoltato e riascoltato Ian Anderson corsi a casa, mi feci prestare il flauto dal grande vecchio (credo gli sia costato un pezzo di fegato) e gli scroccai una prima, unica, preziosa lezione Poi cominciai a darci dentro. Quello strumento mi ha portato fortuna, tanta.

Mauro Pagani (5 febbraio 1946)