“Per me le canzoni sono come francobolli. Li lecchi, li metti su una busta da lettera e non li rivedi più”.

Nel 1974 Elton John se ne esce con questa massima non proprio generosa nei confronti delle sue creazioni, e di quegli ascoltatori che si crogiolano e custodiscono certa musica come il tesoro più prezioso. D’altronde, Elton è sempre stato un fulmine nella scrittura. Per i più curiosi, esiste un filmato su YouTube in cui mostra il suo metodo di lavoro. In un video datato 1970, il 23enne Reginald Dwight mostra il suo “metodo di lavoro” e mette in scena la nascita di uno dei suoi brani più amati – almeno dagli affezionati – Tiny Dancer (quello tornato alla ribalta grazie al film di Cameron Crowe, Quasi famosi – Almost Famous). “Non ha la pazienza di passare delle ore su un pezzo, è tipico di lui”, spiega il paroliere Bernie Taupin, con il quale Elton lavora da sempre. Elton è seduto al piano verticale, laccato di bianco, sul quale ha composto tutti i suoi album più belli. Sceglie un foglio da una risma, inizia a leggere il testo, si sofferma su alcune parole e dice: “Sai già che non sarà un pezzo veloce, sarà mite e lento”. E comincia a suonare la canzone che conosciamo.