Il 15 febbraio 1974 esce “Burn”, ottavo album in studio dei Deep Purple e primo disco della cosiddetta Mark III (con il nuovo cantante David Coverdale ed il nuovo bassista/cantante Glenn Hughes).
Burn è un grande disco rock, in cui i Deep Purple recuperano in parte la pura durezza che li aveva contraddistinti nel disco In Rock: il brano omonimo che apre il disco è una prova eccellente, i Deep Purple sembrano ritornati ai loro fasti: hard-riff accordali, scambi di spettacolari assoli tra chitarra e organo, unisoni, inserti neo classici, stop and go, struttura non banale e in più… grandi cori, in pratica mai esistiti nell’era Gillan (Mark II). Qui sono presenti, insieme con scambi nel cantato tra Coverdale e Hughes in possesso di una potenza ed estensione notevolissime (insieme con rilevanti suono e suonato al basso). Ciò da una parte rinnoverà un po’ la strategia sonora dei Deep Purple (peraltro in alcuni pezzi si succedono nel cantato “lead” non solo tra strofa e ritornello, ma anche nelle stesse sezioni: “Sail Away”), tuttavia dall’altra li allineerà ad altri.
Da sottolineare che sono cori con armonizzazioni piuttosto semplici e dirette, ciò insieme a qualche ulteriore elemento aumentato (chitarra slide, blues, funky e tendenza alla forma canzone) rispetto al passato, farà in maniera che i Deep Purple si americanizzino un po’. Infatti il brano “Burn” è un’eccezione, e seppur tutto di apprezzabilissimo livello e grande impatto (menzione particolare per “You Fool No One” e “Mistreated”), solo il brano “’A’ 200” esce dai canoni e in parte recupera particolarità purpleiane anche del pre-In Rock e in parte tentativi progressisti di avvicinarsi a sonorità alla Emerson, Lake & Palmer.