19 febbraio 1981: George Harrison viene condannato a pagare oltre 1.600.000 dollari per aver copiato, nella sua “My Sweet Lord” (il primo singolo dopo lo scioglimento dei Beatles), la melodia di “He’s so fine”, un brano delle Chiffons.
«La mia idea per “My Sweet Lord,” visto che suonava come una canzone pop, era di metterci dentro qualcosa di soppiatto. Il punto era fare in modo che la gente non venisse offesa con l'”Alleluia”; quando si arriva a “Hare Krishna”, sono ormai già presi, il loro piede sta tenendo il ritmo, e stanno cantando “Alleluia”, il che li culla in un senso di falsa sicurezza. E ad un tratto diventa “Hare Krishna”, e si mettono a cantarlo prima di capire cosa sta succedendo, e penseranno: “Ehi, credevo di immaginare che non mi piacessero gli Hare Krishna!”» (George Harrison, 1982)
Harrison viene per questo accusato di “plagio inconsapevole” e gli viene fatta una multa di oltre 1.600.000 dollari. Il fatto più sconcertante per lui è che la canzone che gli dà maggior successo senza i Beatles gli fa anche conoscere anche il “disonore” del tribunale. Tuttavia, in seguito si saprà che il suo manager di allora, Allen Klein, farà il doppio gioco, “comprando” il caso e cercando di acquistare per sé i diritti di “He’s So Fine”. In questo modo, Harrison avrebbe dovuto pagare la multa, datagli dal giudice, al suo ex-manager. Di conseguenza, viene iniziata un’altra causa, che termina nel 1990 con la cessione ad Harrison dei diritti della canzone plagiata nei mercati più importanti dietro il pagamento delle sole spese che Klein sostenne, pari a poco meno di 600.000 dollari.