Il 28 maggio del 1983, al Glen Helen Regional Park di San Bernardino, in California, inizia la seconda edizione dell’US Festival, un mega festival musicale (definito “Il Super Bowl del rock”) organizzato da Steve Wozniak, cofondatore della Apple. La line up è ancora più impressionante di quella dell’edizione precedente, e l’affluenza del pubblico è maggiore. Ma, nonostante l’evento sia forse uno dei più importanti nella storia della musica, i rumors attorno alla manifestazione si concentrano soprattutto sull’esorbitante somma di denaro che viene pagata ad alcuni artisti. Wozniak, la cui ricchezza è illimitata, ha deciso di puntare all’ultimo minuto su Bowie. Il Duca Bianco, che non suona in America dal 1978, al momento si trova già in tour in Europa per il lancio del suo album “Let’s Dance”. Potrebbe esibirsi a San Bernardino noleggiando un Boeing 747, per portare staff, musicisti e strumentazione allo show di Wozniak, e poi riportare il tutto in Europa per continuare il suo tour. Il tutto costerebbe 1,5 milioni di dollari. Il problema è che per l’US festival sono già stati ingaggiati anche i Van Halen, che hanno una clausola di “nazione favorita” nel loro contratto, che stabilisce che nessuna band può essere pagata più di loro (e anche niente M&M’s marroni, ma questa è un’altra storia). Il motivo della scelta di avere Bowie in scaletta? Il più semplice: Wozniak ama Bowie. E dirà di avere pagato due milioni di dollari di tasca sua, dicendo, semplicemente, perché ” Bowie è un artista che amo davvero tantissimo”. Questo episodio porterà il promotore dell’evento Barry Fey a definire il pagamento di Wozniak “The most expensive backstage pass in history” (il pass per il backstage più costoso della storia).
L’intera situazione solleva un vespaio anche per un altro gruppo: i Clash, che vengono pagati 500.000 dollari per suonare. Nonostante si identificassero come una band punk che si opponeva al capitalismo e all’avidità, i Clash avevano iniziato ad inveire contro questo accordo finanziario per loro “scarso”, sulla stampa, già una settimana prima dell’evento. Il loro rancore si riverserà poi nella loro esibizione, il primo giorno, mentre suonano in modo scostante e palesemente arrabbiato. Fey, non avendo accettato le lamentele dei Clash sul cachet, mette una copia del loro assegno di 500.000 dollari su uno dei maxischermi utilizzati al concerto, per farla vedere a tutto il pubblico. L’esibizione segnerà anche l’ultima volta di Mick Jones con il gruppo.