Il 30 Settembre del 1955 muore JAMES DEAN, sulla macchina che aveva chiamato “Little Bastard”, una Porsche 550 Spyder. Muore su quella che ora si chiama State Route 46, in quella California che ne aveva decretato il mito. Sta andando, assieme al suo meccanico Rolf Wütherich, a Salinas, per partecipare ad una gara. L’impatto frontale con una Ford Coupé è terribile. Alle 5 e 59 del pomeriggio, al Paso Robles War Memorial Hospital, James Byron Dean viene dichiarato morto. Le sue ultime parole, racconta Wütherich, sono quelle che pronuncia un attimo prima dello schianto: “Quello lì si fermerà. Ci vedrà arrivare”.
Bellissimo, maledetto, “ribelle senza una causa”, James Dean aveva tutte le carte in regola per diventare un mito mentre era in vita, e per rimanerlo anche dopo la morte, avvenuta a soli 24 anni. È incredibile che siano bastati solo tre film (La Valle dell’Eden, Gioventù Bruciata, Il Gigante) per farlo diventare un’icona, che sopravvive sulle magliette dei ragazzi di tutto il mondo, accanto a quelle di Che Guevara o di Jim Morrison. Infinite sono le canzoni dedicate a Jimmy, o che comunque parlano di lui o lo citano soltanto. Per elencarne solo alcune: James Dean (Eagles), A young Man is gone (Beach Boys), Rockstar (Nickelback), American Boy (Chris Isaak), Speechless (Lady Gaga), Electrolite (R.E.M.), Daddy’s Speeding (Suede), Rock On (David Essex), American Pie (Don Mc. Lean) We didn’t start the fire (Billy Joel), Walk on the wild side (Lou Reed), James Dean (The Handsome Devil), James Dean (Daniel Bedingfeld), Mr. James Dean (Hilary Duffy) … e tante altre.