L’8 Gennaio del 1935 nasce IL ROCK, o almeno colui che l’ha rappresentato, visualizzato, impersonato: ELVIS PRESLEY.
Molto si è detto, scritto, ragionato su di lui, ed è difficile aggiungere qualcosa di nuovo. Probabilmente non è tanto importante sottolineare le pur innegabili qualità artistiche, quanto piuttosto quello che ha rappresentato. Era quello che i ragazzi volevano essere e quello che le ragazze volevano avere. Non è stato il più bravo cantante della storia, ma è stato l’uomo giusto al posto giusto. Capita, nell’arte o nella cultura popolare, che arrivi qualcuno e che fermi il tempo. Che diventi spartiacque dividendo tutto, e per sempre, tra un prima e un dopo. Pensiamo a James Dean nel cinema, che pure non è stato l’attore più bello, dannato e bravo di tutti i tempi. Pensiamo a Che Guevara, che probabilmente non è stato il rivoluzionario più rivoluzionario della storia. Ma per qualche motivo, questi personaggi hanno cristallizzato un’epoca, o uno stile, o un modo, o un mondo. Elvis è stato il più grande senza esserlo. Con un ulteriore grado di merito: ha conosciuto anche la decadenza, quella degli ultimi anni a Las Vegas, grasso, gonfio e patetico. Non è morto giovane e bello come Dean, o gloriosamente in guerra come il Che. È salito in alto e poi sceso in basso. Ed è rimasto IL RE.