È il 1997 e sul piccolo schermo si compie un piccolo miracolo. Durante una serata di un sonnacchioso Festival di Sanremo, Mike Bongiorno se ne esce per presentare uno degli ospiti internazionali di quella edizione. “Pensate” dice con poca originalità “è un cantante così famoso che è addirittura quotato in borsa”. E appare lui, un cinquantenne David Bowie, vestito con una delle giacche del suo stilista dell’epoca, Alexander McQueen. Bellissimo, biondo con i capelli sparati e con il pizzetto, che terrà per qualche tempo. Presenta “Little Wonder”, un brano in stile Drum’n’bass dal suo ultimo album “Earthling”, così vigoroso e “muscolare” che sveglia il Teatro Ariston dal consueto sonno Sanremese. Al suo fianco, una statuaria Gail Ann Dorsey, con tanto di mascherina “Fetish”. Non è una presenza qualsiasi, Bowie in Italia fa sempre rumore e in quel caso è una vera lezione di stile a tutti i telespettatori e addetti ai lavori. Il giorno prima, durante le prove, Bowie aveva interrotto la performance ed era sceso in platea per abbracciare affettuosamente un ragazzo con gli occhiali tondi, uno che aveva percorso il Red Carpet ma nessuno sapesse chi fosse. Eppure la somiglianza era impressionante: si trattava di Julian Lennon.
Anche in questo caso una grande lezione di Stile. Altri tempi, altri ospiti, altri Sanremo.