Si è parlato tanto di questo episodio: c’è chi sostiene che quanto accadde non fu che un’overdose accidentale e chi pensa, invece, che quello fu un tentativo di suicidio.

Kurt Cobain si trova a Roma con la moglie, Courtney Love, e la figlia. È il 1994. In quel periodo i Nirvana avevano in programma un tour in Europa, dei concerti che furono ampiamente pubblicizzati e che i fan di ogni Paese attendevano da tempo. La band, però, fu costretta a cancellare diversi show perché il frontman non stava bene. In quel periodo Kurt soffriva di una forte depressione e aveva iniziato a stare male già prima del suo arrivo in Italia. Nella notte tra il 3 e il 4 marzo accadde qualcosa che in un certo senso avrebbe dovuto lanciare un campanello d’allarme. Fu una sorta di presagio. Kurt ingerì un cocktail micidiale di alcool e Roipnol, un potente ansiolitico, e si addormentò. Courtney, svegliatasi in piena notte, lo trovò riverso a terra col sangue alla bocca e chiamò i soccorsi. Verrà portato al pronto soccorso dell’Ospedale Umberto I e successivamente trasferito all’ American Hospital, dove rimarrà in coma farmacologico per 20 ore, prima di svegliarsi e chiedere un frappè alla fragola. La morte dovrà attendere.

Purtroppo, ancora per poco.